Aveva una vocina esile, timida ma le sue parole erano autorevoli

“Aveva una vocina esile, timida ma le sue parole erano autorevoli”

Alcuni momenti e scatti di gennaio e avvisi di febbraio 2024 Scarica l’articolo

Non è mai uscito dall’Italia, e ha dato vita a missioni ora diffuse attivamente nei continenti. Non è mai stato parroco, e ha formato generazioni di parroci, ha preparato vescovi. Era un campione di obbedienza è pazienza, al punto da accettare rinunce e silenzi sui suoi progetti più audaci. E al tempo stesso sapeva interpellare con passione e coraggio le persone e le autorità diverse quando si trattava di progetti importanti a favore della gente e delle missioni.

Aveva una vocina esile e quasi timida ma le sue parole erano quelle di un capo, autorevole. Era sempre prontissimo a sparire dalle prime file e a mimetizzarsi nell’anonimato e nel silenzio, ora appartiene all’intero mondo che lo venera come beato.

Potremmo proseguire con le contraddizioni. Quest’uomo, morto quasi cento anni fa, ha scritto, detto e proposto cose molto attuali anche oggi e che sono diventate patrimonio di tutta la Chiesa, e toccato la vita di molte persone, popoli e nazioni. Questa è la storia semplice e straordinaria di Giuseppe Allamano e delle imprese da lui compiute anche in Africa e senza mai lasciare Torino e il suo santuario della Consolata. È la storia di uno che voleva essere semplice prete e che ora appartiene alla storia della Chiesa.

In questo mese nella quale cade la ricorrenza della sua festa, il 16 febbraio, (in parrocchia lo celebreremo il 18 febbraio) vi propongo questa sua lettera, scritta nel 1913 alle missionarie della Consolata. Ci farà bene ascoltare queste parole. Che egli interceda per noi e la nostra parrocchia presso il Padre.

Torino, 03 novembre 1913

Carissimi, nell’impartirvi la mia paterna benedizione nel vostro cammino per raggiungere lo scopo della vostra vocazione, cercando di formarvi continuamente ed istruirivi all’altezza della missione a cui Dio per sua grazia vi ha chiamati, credo bene di lasciarvi qualche ricordo come riassunto di quanto vi andai dicendo nel corso della vostra vocazione, e le mie parole siano accolte come ispirate da Dio e proponetevi di metterle in pratica. Innanzitutto tenete in mente il fine per il quale siete qui, e cioè, il farvi santi e salvare e santificare tante anime. Ma per riuscire al perfetto acquisto delle virtù, si presentano necessarie 4 cose

• Spirito di fede;
• lo spirito di obbedienza;
• Lo spirito di carità;
• Lo spirito di mortificazione.

Ecco dunque i mezzi indispensabili per raggiungere la metà delle vostre aspirazioni. Siate forti; pensate che Gesù l’avrete sempre con voi. Egli vi conforterà nelle pene e vi farà generosi nelle fatiche. Obbedite a Dio con esattezza, senza cercare di aggiustare le sue parole e il suo volere, perché il mutare quello che vi è stato detto indica superbia e Dio certo non benedirebbe l’opera vostra.

Tra voi, amatevi cordialmente come fratelli e sorelle, aiutatevi e correggetevi. Abbiate molta pazienza con la gente. Ricordatevi però di non avvilirvi con loro, perché dovete tenere il posto e il decoro dei credenti. Non sarà vero missionario quello che non sopporterà qualche privazione nel cibo, nel vestito, nell’abitazione e cercherà e desidererà il lusso, le comodità e la vanità. Il signore vuole persone generose e morte di tutti i vizi del mondo. Non dimenticate che per operare grandi cose Dio si serve di persone umili e mortificate. Siccome non vi credo ancora perfetti di quella perfezione che solo in cielo si raggiunge, vi esorto caldamente di umiliarvi nelle cadute, e rialzarvi più generosi, senza scoraggiarsi mai. Vi raccomando alla santissima vergine Consolata, mentre vi mando la mia paterna benedizione che rinnoverò sempre al mattino e sera, ai piedi della ss. Vergine.

Di voi affezionatissimo Giuseppe Allamano.

(un minuto di silenzio)

E fa che il suo esempio ci sproni a cercare te sopra ogni cosa

e il bene dei fratelli. Amen.